LA RUBRICA DEL DIRETTORE
Il lavoro per la realizzazione di questo sito trova conforto dall’invito pressante che il Santo Padre Benedetto XVI rivolge nel Messaggio di quest’anno per la 43° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali dal Titolo “Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia”.
“Vorrei concludere questo messaggio rivolgendomi, in particolare, ai giovani cattolici, per esortarli a portare nel mondo digitale la testimonianza della loro fede. Carissimi, sentitevi impegnati ad introdurre nella cultura di questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita! Nei primi tempi della Chiesa, gli Apostoli e i loro discepoli hanno portato la Buona Novella di Gesù nel mondo greco romano: come allora l’evangelizzazione, per essere fruttuosa, richiese l’attenta comprensione della cultura e dei costumi di quei popoli pagani nell’intento di toccarne le menti e i cuori, così ora l’annuncio di Cristo nel mondo delle nuove tecnologie suppone una loro approfondita conoscenza per un conseguente adeguato utilizzo. A voi, giovani, che quasi spontaneamente vi trovate in sintonia con questi nuovi mezzi di comunicazione, spetta in particolare il compito della evangelizzazione di questo "continente digitale". Sappiate farvi carico con entusiasmo dell’annuncio del Vangelo ai vostri coetanei! Voi conoscete le loro paure e le loro speranze, i loro entusiasmi e le loro delusioni: il dono più prezioso che ad essi potete fare è di condividere con loro la "buona novella" di un Dio che s’è fatto uomo, ha patito, è morto ed è risorto per salvare l’umanità. Il cuore umano anela ad un mondo in cui regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato nella verità e dove l’identità di ciascuno sia realizzata in una comunione rispettosa. A queste attese la fede può dare risposta: siatene gli araldi! Il Papa vi è accanto con la sua preghiera e con la sua benedizione”.
Dal Vaticano, 24 gennaio 2009, Festa di San Francesco di Sales.
BENEDICTUS PP. XVI

Gesù e i giovani
«Cari giovani, è difficile credere in un mondo così? Nel Duemila è difficile credere? Sì! È difficile. Non è il caso di nasconderlo. È difficile, ma con l'aiuto della grazia è possibile, come Gesù spiegò a Pietro: Né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli (Mt 16,17). Questa sera vi consegnerò il Vangelo. La parola contenuta in esso è la parola di Gesù. Se l'ascolterete nel silenzio, nella preghiera, facendovi aiutare a comprenderla per la vostra vita dal consiglio saggio dei vostri sacerdoti ed educatori, allora incontrerete Cristo e lo seguirete, impegnando giorno dopo giorno la vita per Lui! In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna»
Giovanni Paolo II, GMG 2000
Ai giovani
Siate intransigenti sul dovere di amare.
Non credete, non venite a compromessi, non retrocedete.
Ridete in faccia a coloro che vi parleranno di prudenza, di convivenza, che vi consiglieranno di “mantenere il giusto equilibrio”, questi poveri campioni del “giusto mezzo”.
E poi, soprattutto, credete nella bontà del mondo.
Nel cuore di ogni uomo vi sono tesori prodigiosi: a voi scovarli.
La più grande disgrazia che possa capitarvi è di non essere utile a nessuno, e che la vostra vita non serva a nulla.
Siate fieri ed esigenti. Coscienti del dovere che avete di costruire la felicità per tutti gli uomini, vostri fratelli. Non lasciatevi sommergere dalle sabbie mobili delle velleità o dei “non è possibile”. Lottate a viso aperto. Denunciate ad alta voce. Non permettete l’inganno attorno a voi. Siate voi stessi e sarete vittoriosi.
Raul Follereau
PER I GIOVANI DEL MONDO (GIOVANNI PAOLO II)
Dio, nostro Padre,
ti affidiamo i giovani
e le giovani del mondo,
con i loro problemi, aspirazioni e speranze.
Ferma su di loro il tuo sguardo d’amore e rendili
operatori di pace
e costruttori della civiltà dell’amore.
Chiamali a seguire Gesù, tuo Figlio.
Fa’ loro comprendere
che vale la pena di donare
interamente la vita per Te e per l’umanità.
Concedi generosità
e prontezza nella risposta.
Accogli, Signore,
la nostra lode e la nostra preghiera
anche per i giovani che,
sull’esempio di Maria,
Madre della Chiesa,
hanno creduto alla Tua Parola
e si stanno preparando ai sacri Ordini,
alla professione dei consigli evangelici,
all’impegno missionario.
Aiutali a comprendere
che la chiamata che Tu hai dato loro
è sempre attuale e urgente.
Amen!
CARTA DEI GIOVANI DI SICILIA
Sogniamo una vita più, votata alla santità, ................................. Eccomi! C’impegniamo oggi, o Gesù, ad essere santi con entusiasmo e gioia.
Sogniamo una vita più, come risposta alla chiamata di Dio, ................................. Eccomi! Siamo pronti, o Cristo, a vivere a servizio della Chiesa e del mondo.
Sogniamo una vita più, raggiunta dallo sguardo d’amore del Cristo, ................................. Eccomi! Vogliamo che esploda l’amore di Gesù che ci fa liberi.
Sogniamo una vita più, illuminata dalla croce di Cristo, ................................. Eccomi! Siamo disposti a seguire Gesù portando la croce dell’umanità.
Sogniamo una vita più, forte della morte e ricca di futuro, ................................. Eccomi! Ci consegniamo a te, Gesù, Signore della vita.
Sogniamo una vita più, generosa che ci rialza dalle nostre cadute ............................ Eccomi! Spalanchiamo il nostro cuore, o Cristo, alla festa del tuo perdono.
Sogniamo una vita più, amica per tutti nelle braccia aperte di Cristo, ............................... Eccomi! Ci impegniamo ad accogliere nell’amore di Gesù ogni uomo.
Sogniamo una vita più, ricca di speranza più forte di ogni dolore, ................................. Eccomi! Scommettiamo tutto sulla Parola di Dio.
Sogniamo una vita più, segnata dall’amore per tutta l’umanità, ................... Eccomi! Ci impegniamo ad amarci gli uni gli altri come tu, o Gesù, ci hai insegnato.
Così il padre ci ama
“Iddio ci vede e ci conosce tutti, uno ad uno.
Chiunque tu sia, Egli ti vede individualmente. Egli ti chiama col tuo nome. Egli ti comprende quale realmente ti ha fatto. Egli conosce ciò che è in te, tutti i tuoi sentimenti e pensieri più intimi, le tue disposizioni e preferenze, la tua forza e la tua debolezza. Egli ti guarda nel giorno della gioia e nel giorno della tristezza, ti ama nella speranza e nella tua tentazione, si interessa di tutte le tue ansietà, di tutti i tuoi ricordi, di tutti gli alti e bassi del tuo spirito.
Egli ha perfino contato i capelli del tuo capo e misurato la tua statura, ti circonda e ti sostiene con le tue braccia, ti solleva e ti depone.
Egli osserva i tratti del tuo volto, quando piangi e sorridi, quando sei malato e quando godi buona saluta. Con tenerezza Egli guarda le tue mani e i tuoi piedi; sente la tua voce, il battito del tuo cuore, ode perfino il tuo respiro.
Tu non ami te stesso più di quanto Egli ti ama.
Tu non puoi fremere innanzi al dolore come Egli freme vedendolo venire sopra di te, e se tuttavia te lo impone, è perché anche tu, se fossi davvero sapiente, lo sceglieresti per un maggior bene futuro… “.
Newman

Impegnarsi in prima persona


Ci impegniamo noi e non gli altri, unicamente noi e non gli altri, nè chi sta in alto nè chi sta in basso, nè chi crede nè chi non crede. Ci impegniamo senza pretendere che altri si impegnino con noi, o per suo conto, come noi o in altro modo ci impegniamo senza giudicare chi non si impegna, senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna, senza cercare perché non si impegna, senza disimpegnarci perché altri non si impegnano. Sappiamo di non potere nulla su alcuno, ne vogliamo forzare le mani ad alcuno, devoti come siamo al libero movimento di ogni spirito. Se qualche cosa sentiamo di potere, e lo vogliamo veramente, è su noi, soltanto su noi. Il mondo si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi ci mutiamo, imbarbarisce se scateniamo la belva che è in ognuno di noi. L’ordine nuovo incomincia se qualcuno si sforza di divenire un “uomo nuovo”. La primavera comincia col primo fiore, la notte con la prima stessa, il torrente con la prima goccia, l’amore con il primo sogno.
Ci impegniamo perché non potremmo non impegnarci. Ci impegniamo per trovare un senso alla vita, a questa vita, alla nostra vita, una ragione che non sia una delle tante che ben conosciamo. Si vive una sola volta e non vogliamo essere giocati in nome di nessun piccolo interesse.
Non c’importa del denaro, nè della carriera. Non ci interessa di passare alla storia (abbiamo il cuore giovane e ci fa paura il freddo della carta e dei marmi): non ci interessa di apparire eroi o traditori davanti agli uomini, ma solo la fedeltà a noi stessi.
Ci interessa di perderci per qualcuno che rimane anche dopo che noi siamo passati e che costituisce la ragione del nostro ritrovarci. Ci interessa di portare un destino eterno nel tempo, di avviarce verso l’Amore, che diffonde un sorriso di poesia su ogni creatura e che ci fa pensosi davanti ad una culla e in attesa davanti a una bara.
Primo Mazzolari

Ciò che credo
Credo che la vita non è
un’avventura da vivere
secondo le mode correnti, ma un
impegno a realizzare il progetto che
Dio ha su ognuno di noi: un progetto
di amore che trasforma la nostra esistenza.
Credo che la più grande gioia di un uomo
è incontrare Gesù Cristo, Dio fatto carne.
In ogni cosa – miserie, peccati, storie, speranza –
assume nuova dimensione e significato.
Credo che ogni uomo possa rinascere
a una vita genuina e dignitosa
in qualunque momento della sua esistenza.
Compiendo sino in fondo la volontà di Dio può
– non solo rendersi libero –
ma anche sconfiggere il male.
Thomas Merton

Amare
È volere l’altro libero e non sedurlo,
e liberarlo dai suoi lacci, se vive prigioniero.
Così che anche lui possa dire: «Ti amo»,
senza essere spinto dai suoi desideri ribelli.
Amare, è entrare nell’altro,
se ti apre le porte del suo giardino segreto,
ben aldilà dei suoi cammini di ronda,
e dei fiori e dei frutti colti sui prati,
là dove meravigliandoti potrai mormorare:
sei «tu» mio caro, il mio unico.
Amare, è con tutte le tue forze
Volere il bene dell’altro, prima del proprio,
far di tutto perché l’amato cresca,
e poi sbocci,
diventando ogni giorno l’uomo che dev’essere,
e non quello che tu vorresti modellare
a immagine dei tuoi sogni.
Amare, è dare il tuo corpo e non prendere il suo,
ma accogliere il suo, quando egli si offre per essere
condiviso,
ed è raccogliere, arricchirsi, per offrirsi all’amato,
più di mille carezze e folli abbracci,
la tua vita tutta intera raccolta,
nelle braccia del tuo «io».
Amare, è offrirti all’altro,
anche se questi un momento, si rifiuta,
è donare senza contare, ciò che l’altro ti dà,
pagando un prezzo alto,
senza mai reclamare il resto.
Ed è, supremo amore, per-donare,
quando l’amato, ahimè si sottrae,
tentando di dare ad altri, ciò che a te aveva promesso.
Amare, è preparare la tavola
e guarnirla per farvi sedere il tuo ospite,
ma senza mai pensare di bastare a se stessi,
e poter stare senza lui.
Poiché se ti privi del cibo, che egli stesso ti porta
per il tuo pasto di festa, non avresti
che il pane secco da povero, e non un menu da re.
Amare, è credere nell’altro e averne fiducia,
credere nelle sue forze nascoste, nella vita che egli ha
in sé.
E quali siano le pietre da togliere
per appianare la strada.
È decidere da uomo ragionevole,
di partire coraggiosi per un viaggio nel tempo,
non per cento giorni, per mille,
e nemmeno per diecimila,
ma per un pellegrinaggio che non terminerà
perché è un pellegrinaggio che durerà SEMPRE.
Amare, devo dirlo, per purificare i tuoi sogni,
è accettare di soffrire, morire a sé,
per vivere e far vivere,
poiché chi per un altro può dimenticare se stesso,
senza soffrire,
e chi può rinunciare a vivere per se stesso,
senza che muoia in lui,
qualcosa di sé.
Amare, infine, è tutto questo e molte altre cose ancora,
poiché è aprirti all’AMORE infinito,
è lasciarti amare,
e, trasparente a questo AMORE che viene,
senza mai mancare a te stesso.
È, oh sublime Avventura,
permettere a Dio d’amare,
colui che tu,
liberamente,
decidi d’amare.
IL DECALOGO DELLA QUOTIDIANITÀ DI PAPA GIOVANNI XXIII
- Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata, senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta.
- Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.
- Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.
- Solo per oggi mi adatterò alle circostanze senza pretendere che le circostanze si adattino tutte ai miei desideri.
- Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche lettura buona, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell’anima.
- Solo per oggi compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
- Solo per oggi farò almeno una cosa che non desidero fare e se mi sentirò offeso nei miei sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga.
- Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l’indecisione.
- Solo per oggi crederò fermamente, nonostante le apparenze contrarie, che la buona provvidenza di Dio si occupa di me come se nessun altro esistesse al mondo.
- Solo per oggi non avrò timori.
In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà. Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita
CARO AMICO TI SCRIVO...
All’inizio di questa pagina sull’amicizia sento l’esigenza di proporvi un breve brano tratto dal capitolo XXI de
"Il piccolo principe" di Saint-Exupery racconto, che sin da bambino, ha costruito in me il valore dell’amicizia:
In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il principe, voltandosi, ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto il melo.."
"Chi sei", domandò il piccolo principe. "Sei molto carino.."
"Sono una volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, "sono così triste.."
"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomesticata."

Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
"Che cosa vuol dire, addomesticare?"
"Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?"
"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe. "Che cosa vuol dire addomesticare?"
"Gli uomini", disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso! Allevano anche delle galline. È il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?"
"No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?"
"È una cosa da molto dimenticata. vuol dire creare dei legami.."
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
"Comincio a capire", disse il piccolo principe. "C'è un fiore.. credo che mi abbia addomesticato.."
"È possibile", disse la volpe. "Capita di tutto, sulla Terra.."
"Oh! non è sulla Terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa.
"Su un altro pianeta?"
"Sì."
"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
"No."
"Questo mi interessa! E delle galline?"
"No."
"Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea:
"La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù, in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane, e il grano, per me, è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticata. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano.."
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
"Per favore.. addomesticami", disse.
"Volentieri", rispose il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose."
"Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami!"
"Che bisogna fare?", domandò il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti siederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino.."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore.. Ci vogliono i riti."
"Che cos'è un rito?", disse il piccolo principe.
"Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza."
Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!", disse la volpe, "piangerò.."
"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi.."
"È vero", disse la volpe.

"Ma piangerai!", disse il piccolo principe.
"È certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano."
Poi soggiunse:
"Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo.
Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto."
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente",
disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno.
Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico, ed ora è per me unica al mondo."
E le rose erano a disagio.
"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perchè è lei che io ho innaffiata. Perchè e lei che ho riparata col paravento. Perchè su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perchè è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perchè è la mia rosa."
E ritornò dalla volpe.
"Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi."
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripetè il piccolo principe per ricordarselo.
"È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante."
"È il tempo che ho perduto per la mia rosa..", sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa.."
"Io sono responsabile della mia rosa..", ripetè il piccolo principe per ricordarselo.
UN VERO AMICO
Un semplice conoscente non ti ha mai visto piangere.
Un vero amico ha le spalle temprate alle tue lacrime.
Un semplice conoscente non conosce i nomi dei tuoi genitori.
Un vero amico ha i loro numeri di telefono nell'agenda.
Un semplice conoscente porta una bottiglia di vino alle tue feste.
Un vero amico arriva presto per aiutarti a cucinare e rimane fino a tardi per aiutarti a pulire.
Un semplice conoscente, quando viene a casa tua, aspetta di venir servito.
Un vero amico apre il tuo frigo e si serve.
Un semplice conoscente detesta che tu lo chiami dopo l'orario in cui è abituato ad andare a dormire.
Un vero amico ti chiede come mai hai messo tanto tempo a chiamarlo.
Un vero amico si informa della tua storia d'amore.
Un semplice conoscente potrebbe farci sopra dell'ironia.
Un semplice conoscente pensa che l'amicizia sia finita dopo una disputa.
Un vero amico ti chiama dopo una disputa.
Un semplice conoscente si aspetta che tu sia sempre pronto per lui.
Un vero amico è sempre pronto per te.
Il vero amico è colui che arriva quando tutti gli altri se ne vanno.
Il vero amico è qualcuno che conosce la canzone del tuo cuore e sa come cantartela quando tu hai dimenticato le parole.
Il vero amico non è chi ti asciuga le lacrime, ma chi si adopera preventivamente per far sì che non te ne debbano cadere mai
AMICO MIO..
Se un giorno avrai bisogno di piangere, chiamami.
Non prometto che saprò farti ridere, ma potrò abbracciarti.
Se un giorno vorrai scappare via, chiamami.
Non ti chiederò di restare, ma potrei voler fuggire via con te.
Se un giorno non vorrai più dar retta a nessuno, chiamami.
Sarò lì per te, ad ascoltarti in silenzio.
Se però un giorno chiamerai e non risponde nessuno..
Raggiungimi presto, perchè potrei essere io ad aver bisogno di te.

Condivisione
Cos’è per te un amico,
perché tu debba cercarlo
per ammazzare il tempo?
Cercalo sempre per vivere il tempo.
Deve colmare infatti le tue necessità,
non il tuo vuoto.
E nella dolcezza dell’amicizia
ci siano risate,
e condivisione di momenti gioiosi.
Poiché nella rugiada
delle piccole cose il cuore trova il suo mattino
e si rinfresca.
K. Gibran

Ogni amicizia ci migliora e ci arricchisce,
non tanto per ciò che ci dà,
quanto per quello che possiamo scoprire di noi stessi.
Ognuno di noi ha risorse inutilizzate, angoli dell’anima,
cantucci e sacche di consapevolezza che se stanno addormentate.
E possiamo anche morire senza averle scoperte,
per l’assenza di uno spirito affine che ce le riveli.
Noi tutti abbiamo sentimenti insoddisfatti
e idee che possono essere attuate solo se viene qualcuno a risvegliarle.
Ogni essere umano ha dentro di se un Lazzaro
che ha bisogno di un Cristo per risorgere.
Sventurati quei poveri Lazzari che giungono al termine
della vita senza incontrare un Cristo che dica loro: “Alzati!”.
Miguel de Unamuno
PRESENZA
»Signore, il mio amico non è tornato dal campo di battaglia.
Chiedo il permesso di andare a prenderlo».
«Non concesso», replicò l’ufficiale.
«Probabilmente è morto».
Il soldato andò lo stesso e rientrò un’ora dopo ferito mortalmente, trasportando il cadavere dell’amico.
«Ora vi ho persi ambedue», gridò l’ufficiale con rabbia. «Dimmi, valeva la pena di rischiare per un cadavere?»
Il soldato morente rispose:
«Oh, sì, signore. Quando l’ho raggiunto, era ancora vivo e mi ha detto:
“Jack, ero sicuro che saresti venuto”».
A.de Mello

ACCOGLIENZA
Per anni sono stato un nevrotico, ansioso, depresso ed egoista. Tutti continuavano a dirmi che dovevo cambiare. Tutti, però io non ci riuscivo. Ero impotente e intrappolato.
Un giorno, il mio migliore amico mi disse:
«Non cambiare, rimani come sei. Non importa se cambi o no, io non posso fare a meno di amarti!»
Quelle parole, alle mie orecchie, suonarono come musica:
«Non cambiare! Non cambiare!»
Io mi rilassai, mi sentii vivo e, meraviglia delle meraviglie, cambiai!
A.de Mello
MATURARE INSIEME
Non troverai mai persone assolutamente congeniali con cui vivere: neanche una su un milione a cui tu possa sempre dire ogni cosa. Ma questo, che importanza ha? Il rapporto può essere dolce comunque.
Ciò che ordinariamente si definisce «comprensione» può essere «asservimento».
La cosa veramente grandiosa è il maturare della consapevolezza.
K. Gibran

LIBERTÀ
Nel momento in cui tu accetti un complimento e permetti a te stesso di rallegrartene, tu dai, alla persona che ti ha lodato, il controllo su di te: tu infatti farai l’impossibile per continuare a essere speciale per lei e temerai che quella persona incontri qualcun altro che diventi speciale ai suoi occhi, facendoti sloggiare dalla tua posizione di privilegio.
In una parola, hai perso la libertà.
A.de Mello

CAMMINARE IN DUE
Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior compenso nella fatica. Infatti, se vengono a cadere, l’uno rialza l’altro.
Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi.
Inoltre, se due dormono insieme, si possono riscaldare; ma uno solo come fa a riscaldarsi?
Se uno aggredisce, in due gli possono resistere e una corda a tre capi non si rompe tanto presto.
Qoelet 4, 9-12

Grazie…
Se volessi fare l’elenco delle persone da ringraziare non mi basterebbe lo spazio di un server.
Con le parole di PIETER VAN DER MEER voglio dire un grazie a tutte quelle persone che solo perché ci sono danno senso alle mia vita
“Non ti pare meraviglioso?
Io non ti conoscevo,
tu ignoravi la mia esistenza.
E se le nostre strade
non si fossero mai incontrate?
Dovevamo incontrarci,
perché qualcuno ci guidava.”
Che sarei senza tutte le persone su cui ogni giorno posso contare?
Scriveva EPICURO
“Non è l’aiuto
da parte di un amico
che ci aiuta,
ma sapere che ci aiuterà.”
Grazie per il bene che mi volete
“Ciò che più desideriamo
nella vita, come esser felici,
liberi e sereni,
lo si ottiene facilmente
procurandolo agli altri.” S. LAWRENCE
Attraverso la saggezza cinese voglio ringraziare tutti voi per il dono dell’amicizia
“Non camminare
davanti a me:
potrei non seguirti.
Non camminare
dietro di me:
non saprei dove condurti.
Cammina al mio fianco
e saremo amici.”
Quanta pazienza ogni giorno ci vuole per stare con me?
“La parte più importante
nella vita di ognuno di noi
sono i piccoli atti quotidiani
di gentilezza e amore.” WILLIAM WORDSWORTH
Con HELEN KELLER dico grazie a tutte le persone che sanno cogliere i miei desideri
“Le cose più belle al mondo
non possono
essere viste o toccate:
vanno sentite dentro al cuore.”
Ed infine il mio grazie va a tutti coloro che ripongono fiducia in me
“Se anche il mondo
dovesse finire domani,
non esiterei a piantare
un seme oggi.”
MARTIN LUTERO

